Brescia, 16 ottobre 2025 – I magistrati bresciani continuano a scavare nelle pieghe dell’inchiesta Clean, convinti di aver individuato un presunto “sistema” corruttivo che avrebbe coinvolto magistrati, ufficiali di polizia giudiziaria e imprenditori a Pavia. Al centro delle indagini ci sono l’ex procuratore Mario Venditti e il pm Paolo Pietro Mazza, indagati per corruzione e peculato, insieme a una rete di collaboratori e uomini di fiducia, accusati di favorire società private in cambio di utilità personali.

Secondo l’accusa, il titolare delle società Esitel e CR Service, Cristiano D’Arena, avrebbe fornito a Venditti e Mazza vantaggi di varia natura: pranzi al ristorante stellato di famiglia, auto di lusso vendute a prezzi agevolati e manutenzioni gratuite. In cambio, i magistrati avrebbero affidato in modo quasi esclusivo il noleggio di apparati di intercettazione a Esitel e di autovetture a CR Service, spesso utilizzate privatamente.

Le indagini si concentrano anche sugli ufficiali di polizia giudiziaria assegnati a Mazza, tutti collocati nello stesso ufficio e accusati di comportamenti anomali, tra cui spese elevate nel gioco d’azzardo e privilegi rispetto ai colleghi. Tra questi figurano Silvio Sapone e Antonio Scoppetta, considerati uomini di fiducia del pm. Un altro coinvolto, Maurizio Pappalardo, pur in servizio in un altro ufficio, avrebbe avuto accesso diretto ai fascicoli e partecipato a riunioni riservate con Venditti.

Tra le contestazioni più rilevanti, anche la gestione irregolare di auto a noleggio, addebitate alle spese per intercettazioni, poi vendute a prezzi inferiori al loro valore di mercato. Tra i casi citati, un’Audi Q5 noleggiata dal 2019 al 2022 per oltre 85mila euro venduta a Venditti per 20.289 euro, e una Mercedes 220 CDI riscattata da Mazza e poi rivenduta alla CR Service a un prezzo superiore a quello d’acquisto.

L’inchiesta, coordinata dai procuratori bresciani Francesco Prete e Claudia Moregola, punta a far luce su rapporti opachi tra magistrati, carabinieri e imprenditori, ricostruendo presunti favori, vantaggi economici e comportamenti fuori norma. Venditti continua a proclamarsi assolutamente innocente, lamentando di avere “la vita rovinata”, mentre gli inquirenti verificano la tracciabilità dei pagamenti e le anomalie nei rapporti tra ufficio giudiziario e società private.