Milano, 9 dicembre 2025
– Le dichiarazioni di Vittorio Feltri sugli immigrati e sui musulmani, pronunciate lo scorso 28 novembre durante la trasmissione La Zanzara su Radio24, sono state giudicate “discriminatorie” e lesive della dignità delle persone. Per questo il giornalista è stato condannato dal tribunale civile di Torino a versare 20 mila euro di risarcimento all’Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, e a pubblicare la sentenza sul Corriere della Sera.

Le frasi contestate erano state pronunciate durante una puntata dedicata alla morte di Ramy Elgaml, il giovane deceduto dopo un inseguimento con i carabinieri a Milano, episodio che aveva innescato proteste nel quartiere Corvetto. Feltri, nel suo intervento, aveva descritto le periferie come “piene di extracomunitari”, affermando di “non sopportarli”, arrivando a dire “gli sparerei in bocca” e definendo i musulmani “razze inferiori”. Parole ritenute da Asgi e da altre associazioni intervenute nel procedimento – Arci, Lunaria, Cambio Passo e La Casa nel Mondo – una violazione evidente della dignità delle persone, motivo per cui era stato avviato il ricorso.

Il giudice Ludovico Sburlati ha accolto integralmente la tesi dei ricorrenti, riconoscendo il carattere discriminatorio delle affermazioni. Assistito dalle avvocate Valentina Ramella e Carlotta Nannini, Feltri aveva tentato di difendersi sostenendo che il contesto della trasmissione fosse “provocatorio, satirico e privo di filtri”. Inoltre aveva citato un articolo di rettifica pubblicato su Il Giornale il 2 dicembre come prova dell’assenza di intenzioni discriminatorie.

Una linea che il tribunale non ha ritenuto convincente. Nella sentenza si legge che le frasi di Feltri non risultano pronunciate in tono ironico né suscitano quel “sorriso amaro che la satira dovrebbe provocare”, ma esprimono piuttosto “dileggio o disprezzo”, configurando ciò che la Cassazione definisce “aggressione gratuita e distruttiva dell’onore”. Quanto alla rettifica, il giudice osserva che non modifica affatto il giudizio di inferiorità espresso dal giornalista. Anzi, nel testo pubblicato, Feltri ha ribadito con forza: “Sono inferiori, e lo ribadisco con orgoglio, come chiunque, italiani inclusi, calpesti qualsiasi regola del vivere civile”.

La decisione del tribunale rappresenta uno dei casi più rilevanti degli ultimi anni in tema di linguaggio d’odio nel dibattito pubblico. Per Asgi e per le associazioni coinvolte, la sentenza conferma che anche le personalità pubbliche sono tenute al rispetto della dignità delle persone e che la libertà di espressione non può trasformarsi in legittimazione della discriminazione.