Monza, 9 ottobre 2025
– Monza e Brianza registra un calo significativo dell’occupazione industriale: tra il 2021 e il 2024, il numero di addetti nel settore è passato da 107.200 a 86.500, con oltre 20mila posti di lavoro persi. A evidenziarlo è il Report del Mercato del Lavoro 2024 dell’Osservatorio della Provincia, che riaccende il dibattito sulla tenuta del cuore manifatturiero lombardo.

Il tema è tornato al centro dell’attenzione pubblica con una mozione presentata in Consiglio comunale dal consigliere di MonzAttiva e Solidale Sergio Visconti, originariamente volta a sostenere le battaglie contro i licenziamenti in aziende simbolo come ST e Peg Perego. Ritirata il 29 settembre dopo soluzioni temporanee alle crisi aziendali, la mozione ha comunque rilanciato la questione di fondo: la preoccupazione per la deindustrializzazione del territorio.

I sindacati confermano i timori. «I dati degli ingressi nell’industria, forniti da Anpal, sono tutti negativi», spiega Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza, Brianza e Lecco. «Crisi come quelle di Edim Bosch a Villasanta e Peg Perego ad Arcore sono ancora aperte e non si vede soluzione». Secondo il sindacalista, tra le cause principali vi sono lo skill mismatch – il disallineamento tra domanda e offerta – e la mancanza di politiche industriali di sostegno alle imprese.

Scaccabarozzi mette in guardia dal rischio di puntare solo su turismo e servizi: «Il manifatturiero resta fondamentale per la competitività del territorio. Servono due parole chiave: pace, per stabilizzare il quadro economico internazionale, e formazione. Academy e Its, con docenza delle aziende e indici di occupabilità sopra il 90%, sono un esempio positivo».

Anche la Cgil condivide l’allarme. «Si registra un lento processo di deindustrializzazione», sottolinea Pietro Occhiuto, segretario generale Fiom Cgil Monza e Brianza. «La Brianza è esposta alla crisi tedesca, essendo molto legata alla componentistica per auto. Servono interventi mirati del Governo e investimenti nei settori strategici. In Italia siamo al trentesimo mese consecutivo di calo della produzione industriale».

Il sindacato annuncia una mobilitazione nazionale: «Il 25 ottobre manifesteremo a Roma per chiedere un cambio di rotta». Occhiuto segnala anche l’impatto dei dazi statunitensi: «Alcune aziende farmaceutiche locali potrebbero delocalizzare negli Stati Uniti per evitarli».